Intinerari
Di seguito sono indicate alcune attrazioni turistiche
visitabili a poca distanza dal nostro Agriturismo.
Bobbio
Bobbio è il "Borgo dei borghi" d'Italia. Il piccolo comune in provincia di Piacenza vince l’edizione 2019 del 'talent' omonimo su Rai Tre, una competizione dedicata ai centri più suggestivi della penisola che ha visto ai nastri di partenza ben 60 sfidanti.
La vittoria è stata decretata dalla giuria popolare con il televoto e dai tre giurati presenti in studio durante la serata finale della trasmissione di Rai Tre, condotta da Camila Raznovich: Philippe Daverio, Margherita Granbassi e Mario Tozzi, il cui voto pesava il 50% sul conteggio totale, hanno infatti espresso la loro preferenza per il centro della Val Trebbia, in provincia di Piacenza.
Bobbio è un piccolo comune di 3500 abitanti in Emilia Romagna, all’interno della zona appenninica della provincia di Piacenza ed è celebre per il suo aspetto medievale e per il lungo Ponte del Diavolo sul fiume Trebbia.
La storia di questo piccolo centro si perde nella notte dei tempi, infatti, la zona è stata abitata fin dalla preistoria, ma diventa un centro importante a partire dalla colonizzazione romana quando viene edificata la porzione del ponte oggi nota come il Ponte Gobbo, per diventare nell’alto medioevo uno dei centri più importanti del monachesimo occidentale.
Il territorio è abitato fin dal neolitico ed è divenuto romano nel 14 a.C. con la successiva nascita del primo nucleo del borgo di Bobium. Ma la storia di Bobbio si identifica soprattutto con quella del monaco missionario irlandese Colombano che vi è morto nel 615 e con il Monastero di San Colombano, da lui fondato nel 614, monumentale aggregazione di edifici tra i quali svetta la facciata della basilica affiancata dall'elegante porticato dell'abbazia, dove hanno sede il museo e il celebre scriptorium
Travo
Circondato da un ambiente naturale di grande fascino, Travo offre ai suoi visitatori un borgo antico ben conservato e monumenti di epoca medievale. Nella campagna circostante, il parco Archeologico Villaggio Neolitico propone attività didattiche, formative ed eventi a tema.
Il centro del borgo è dominato dal suo castello medievale, che sorto dapprima come fortilizio della famiglia Malaspina passò poi agli Anguissola. Oltre all'originario torrione rotondo del XII sec., di rimarchevole conserva sulla facciata due ordini di finestre trilitiche, assai rare in questo territorio.
Donato al Comune dalla contessa Maria Salini nel 1978, oggi ospita anche la sede del Museo Civico Archeologico, con reperti preistorici, protostorici, romani e medievali, in parte provenienti da scavi condotti a partire dal 1981 in Val Trebbia dal gruppo di ricerca La Minerva.
Dalla piazza principale, passando per la volta che attraversa la base della torre più alta, si arriva alla Chiesa di S. Antonino, eretta attorno alla metà del secolo XI e dedicata al Santo Patrono di Piacenza che in questi luoghi, secondo la tradizione, trovò il martirio.
Romanico è anche l’oratorio di S. Maria, dove sono ricordati il passaggio di S. Francesco e il miracolo dei pani. Qui è ancor oggi visibile una parte di trabeazione in marmo appartenente al Tempio di Minerva, in epoca romana mèta di pellegrinaggi da tutta Italia per la presenza di uno dei maggiori templi pagani dedicati alla dea.
Oggi il borgo rappresenta una rinomata méta di villeggiatura che si gode al meglio nella stagione dalla primavera all’autunno.
Donato al Comune dalla contessa Maria Salini nel 1978, oggi ospita anche la sede del Museo Civico Archeologico, con reperti preistorici, protostorici, romani e medievali, in parte provenienti da scavi condotti a partire dal 1981 in Val Trebbia dal gruppo di ricerca La Minerva.
Dalla piazza principale, passando per la volta che attraversa la base della torre più alta, si arriva alla Chiesa di S. Antonino, eretta attorno alla metà del secolo XI e dedicata al Santo Patrono di Piacenza che in questi luoghi, secondo la tradizione, trovò il martirio.
Romanico è anche l’oratorio di S. Maria, dove sono ricordati il passaggio di S. Francesco e il miracolo dei pani. Qui è ancor oggi visibile una parte di trabeazione in marmo appartenente al Tempio di Minerva, in epoca romana mèta di pellegrinaggi da tutta Italia per la presenza di uno dei maggiori templi pagani dedicati alla dea.
Oggi il borgo rappresenta una rinomata méta di villeggiatura che si gode al meglio nella stagione dalla primavera all’autunno.
Da non perdere Il Parco Archeologico Villaggio Neolitico, dove sono conservate buona parte delle strutture preistoriche messe in luce nel corso delle campagne di scavo svoltesi nell’area. Il percorso di visita è corredato da una serie di pannelli relativi alla storia del sito, alle strutture abitative e funzionali, ad approfondimenti sul neolitico italiano e locale
Pietra Parcellara
La conformazione del luogo è strana, inquietante, un ambiente pervaso di mistero, forse di magia, la Pietra Parcellara è una cuspide di scabra roccia che emerge dal morbido paesaggio argilloso delle colline di Piacenza. E' un grosso panettone di ofiolite (una roccia serpentinosa che viene dalle viscere della Terra) che per cause legate alla diversa intensità dell’erosione dei suoli è rimasta sola a troneggiare sul paesaggio.
L’ambiente circostante ospita ben sette habitat naturali esclusivi, dovuti proprio alla natura del suolo e alle condizioni microclimatiche. Un luogo così ha coinvolto ben presto la fantasia popolare e la superstizione.
Accanto alla Pietra Parcellara c’è un’altra ‘pietra’. Si chiama Perduca e si riconosce per la sua chiesuola eremita e per i misteriosi ‘letti dei Santi’, scavati nella roccia.